giovedì 4 aprile 2013

Il tempo del testo narrativo

La narrazione si può svolgere in due tempi diversi: oggettivo e soggettivo.
Il tempo narrativo può essere oggettivo quando è possibile datarlo storicamente, di solito, come accade nel diario di Anna Frank, riporta una data ben precisa.
Mentre è soggettivo quando il testo non fa riferimento a nessuna data specifica del periodo del contesto, però contiene delle segnalazioni temporali dettagliate come "il giorno dopo..." o "passarono solo due minuti...".
Il sommario è la parte della narrazione in cui avvenimenti trascorsi in molto tempo, mesi o anni, vengono raccolti in una sorta di riassunto, e perciò scritte in poche righe, questo da al testo un ritmo più frenetico e ti da l'idea di come, avvolte, il tempo passi velocemente.
Inversamente, l'analisi è la parte in cui il narratore esamina i momenti, di breve durata, e impiega pagine o addirittura capitoli per descriverli; in quei momenti esprime i sentimenti dei personaggi nel corso di quel breve momento.
Si ricorre all'ellissi quando si vuole 'eclissare', perciò saltare una parte notevolmente importante della novella, che però non si ritiene di fondamentale importanza per comprendere il resto della storia. In questo caso, come nel sommario, il testo riceve una svolta e un'accelerazione temporale.
La pausa avviene quando nel testo inizia una sequenza riflessiva o descrittiva; il narratore sospende la narrazione per intraprenderne un'altra di tematica diversa, come una riflessione di un personaggio, o un ricordo del passato.

Questi elementi appena trattati definiscono il ritmo della storia.
Il ritmo narrativo lento si ha in una narrazione che presenta molte pause e analisi, quando nel testo sono comprese molte riflessioni. Questo ritmo di ha nel romanzo psicologico.
Il ritmo narrativo serrato è più incalzante, più rapido e quindi presenta molte ellissi e sommari. Non importa quello che succede nell'arco della giornata quotidiana, ad esempio, ma l'azione. Questo accade nel romanzo d'avventura.

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