Registro linguistico
Il registro linguistico che si usa nella stesura del testo può essere vario:
Formale o alto: si ricercano vocaboli ed espressioni più elaborate, di alto livello e i periodi sono spesso lunghi e pieni di verbi.
Informale o basso: è un registro colloquiale, non richiede un vero e proprio studio dei periodi e vocaboli. Si utilizzano parole popolari, avvolte inventate e i periodi sono molto semplici e brevi.
Inoltre il registro può essere oggettivo o soggettivo.
E' oggettivo quando i vocaboli utilizzati sono neutri, senza interessamento, il testo non mostra alcun sentimento, semplicemente si raccontano i fatti per quello che sono, e si può dare assoluta fiducia ai fatti raccontati.
Così deve [dovrebbe] essere in genere giornalistico [punto di vista personale: sinceramente i giornalisti non fanno altro che raccontare cavolate e mettono in risalto troppo il loro intuito e punto di vista. *ogni riferimento a Studio Aperto è casuale*].
E' soggettivo, invece, quando il lessico è emotivo, quindi si rispecchiano sul testo i sentimenti e le emozioni del narratore. Quindi, come una persona innamorata che spesso non vede i difetti dell'altro, la verità è offuscata dal punto di vista del narratore.
Il registro soggettivo si suddivide a sua volta in sei registri:
Poetico, umoristico, emotivo, favoloso, enfatico e brillante.
Antologia easy
lunedì 8 aprile 2013
domenica 7 aprile 2013
La lingua dei personaggi
I personaggi all'interno di una novella possono parlare principalmente in due modi: col discorso diretto o indiretto; ma le loro parole possono essere espresse in modo diverso.
Il discordo diretto è quello in cui le parole del personaggio sono tali e quali a quelle che dice. Si distingue dall'indiretto per le virgolette all'inizio del discorso.
Il discorso indiretto è quello in cui si modificano le parole dette dal personaggio per trasformare il suo discorso in terza persona. Non si usano le virgolette.
Per esempio: lui dice che era bravo a scuola. Quando nel discorso diretto sarebbe stato: "Ero bravo a scuola."
Il flusso di coscienza è l'esplosione di pensieri riportati su delle pagine di testo, in questa tecnica è vietata ogni tipo di punteggiatura, e avvolte le frasi non hanno alcun senso, ma lo hanno per il personaggio.
I personaggi all'interno di una novella possono parlare principalmente in due modi: col discorso diretto o indiretto; ma le loro parole possono essere espresse in modo diverso.
Il discordo diretto è quello in cui le parole del personaggio sono tali e quali a quelle che dice. Si distingue dall'indiretto per le virgolette all'inizio del discorso.
Il discorso indiretto è quello in cui si modificano le parole dette dal personaggio per trasformare il suo discorso in terza persona. Non si usano le virgolette.
Per esempio: lui dice che era bravo a scuola. Quando nel discorso diretto sarebbe stato: "Ero bravo a scuola."
Il flusso di coscienza è l'esplosione di pensieri riportati su delle pagine di testo, in questa tecnica è vietata ogni tipo di punteggiatura, e avvolte le frasi non hanno alcun senso, ma lo hanno per il personaggio.
Flashback & Flash foward:
Il flashback è quando il narratore o un personaggio racconta di un fatto accaduto tempo prima;
il flash foward è, invece, quando il narratore o un personaggio anticipa qualcosa che accadrà a breve, come ad esempio una madre che immagina che la figlia andrà a breve a scuola, lasciandola sola.
Personaggi
Nella novella troveremo il personaggio principale, cioè il protagonista, e personaggi secondari, che possono essere aiutanti o antagonisti, ma comunque personaggi di minore importanza.
E' importante saper distinguere i personaggi per comprendere meglio il senso logico della storia:
1. Il soggetto, il protagonista. Come nell'analisi logica è colui che compie le azioni.
2. L'oggetto è quel qualcosa, di concreto o astratto, che il soggetto si è prefisso di ottenere.
3. Il destinatore è colui che destina ai personaggi un oggetto, che possa essere piacevole o no.
4. Il destinatario è il personaggio che riceve un'oggetto, può essere davvero qualsiasi cosa, pure il malessere del soggetto, se non la morte.
4. L'aiutante collabora con il soggetto, e l'aiuta a conquistare il suo oggetto.
5. L'antagonista che invece fa di tutto per ostacolarlo.
Caratterizzazioni
Quando il narratore o il personaggio stesso si auto descrive, ha molti modi per farlo, questi si chiamano caratterizzazioni.
Le caratterizzazioni dei personaggi si possono distinguere in almeno cinque punti.
1. Fisiognomica [non ha niente a che fare con gli gnomi, tranquilli ;) ]
Quando del personaggio si descrivono: l'aspetto fisico, facciale, il sesso, l'età, o com'è il suo stile.
2. Antropologica
Quando il narratore si sofferma sull'andatura del personaggio, sui gesti che compie di solito, le espressioni facciali e le abitudini.
3. Psicologica
Quando il narratore vuole mettere in risalto l'ego interiore del personaggio, come sentimenti, ambizioni, aspettative per il suo futuro, la vera personalità ecc...
4. Sociale
Quando si descrive il posto che ha il personaggio nella società: il suo lavoro, le sue condizioni economiche,
il ceto sociale a cui appartiene ecc...
5. Ideologica
Quando del personaggio si vogliono svelare le sue convinzioni politiche, religiose, culturali, ideologiche.
Il flashback è quando il narratore o un personaggio racconta di un fatto accaduto tempo prima;
il flash foward è, invece, quando il narratore o un personaggio anticipa qualcosa che accadrà a breve, come ad esempio una madre che immagina che la figlia andrà a breve a scuola, lasciandola sola.
Personaggi
Nella novella troveremo il personaggio principale, cioè il protagonista, e personaggi secondari, che possono essere aiutanti o antagonisti, ma comunque personaggi di minore importanza.
E' importante saper distinguere i personaggi per comprendere meglio il senso logico della storia:
1. Il soggetto, il protagonista. Come nell'analisi logica è colui che compie le azioni.
2. L'oggetto è quel qualcosa, di concreto o astratto, che il soggetto si è prefisso di ottenere.
3. Il destinatore è colui che destina ai personaggi un oggetto, che possa essere piacevole o no.
4. Il destinatario è il personaggio che riceve un'oggetto, può essere davvero qualsiasi cosa, pure il malessere del soggetto, se non la morte.
4. L'aiutante collabora con il soggetto, e l'aiuta a conquistare il suo oggetto.
5. L'antagonista che invece fa di tutto per ostacolarlo.
Caratterizzazioni
Quando il narratore o il personaggio stesso si auto descrive, ha molti modi per farlo, questi si chiamano caratterizzazioni.
Le caratterizzazioni dei personaggi si possono distinguere in almeno cinque punti.
1. Fisiognomica [non ha niente a che fare con gli gnomi, tranquilli ;) ]
Quando del personaggio si descrivono: l'aspetto fisico, facciale, il sesso, l'età, o com'è il suo stile.
2. Antropologica
Quando il narratore si sofferma sull'andatura del personaggio, sui gesti che compie di solito, le espressioni facciali e le abitudini.
3. Psicologica
Quando il narratore vuole mettere in risalto l'ego interiore del personaggio, come sentimenti, ambizioni, aspettative per il suo futuro, la vera personalità ecc...
4. Sociale
Quando si descrive il posto che ha il personaggio nella società: il suo lavoro, le sue condizioni economiche,
il ceto sociale a cui appartiene ecc...
5. Ideologica
Quando del personaggio si vogliono svelare le sue convinzioni politiche, religiose, culturali, ideologiche.
giovedì 4 aprile 2013
Il tempo del testo narrativo
La narrazione si può svolgere in due tempi diversi: oggettivo e soggettivo.
Il tempo narrativo può essere oggettivo quando è possibile datarlo storicamente, di solito, come accade nel diario di Anna Frank, riporta una data ben precisa.
Mentre è soggettivo quando il testo non fa riferimento a nessuna data specifica del periodo del contesto, però contiene delle segnalazioni temporali dettagliate come "il giorno dopo..." o "passarono solo due minuti...".
Il sommario è la parte della narrazione in cui avvenimenti trascorsi in molto tempo, mesi o anni, vengono raccolti in una sorta di riassunto, e perciò scritte in poche righe, questo da al testo un ritmo più frenetico e ti da l'idea di come, avvolte, il tempo passi velocemente.
Inversamente, l'analisi è la parte in cui il narratore esamina i momenti, di breve durata, e impiega pagine o addirittura capitoli per descriverli; in quei momenti esprime i sentimenti dei personaggi nel corso di quel breve momento.
Si ricorre all'ellissi quando si vuole 'eclissare', perciò saltare una parte notevolmente importante della novella, che però non si ritiene di fondamentale importanza per comprendere il resto della storia. In questo caso, come nel sommario, il testo riceve una svolta e un'accelerazione temporale.
La pausa avviene quando nel testo inizia una sequenza riflessiva o descrittiva; il narratore sospende la narrazione per intraprenderne un'altra di tematica diversa, come una riflessione di un personaggio, o un ricordo del passato.
Questi elementi appena trattati definiscono il ritmo della storia.
Il ritmo narrativo lento si ha in una narrazione che presenta molte pause e analisi, quando nel testo sono comprese molte riflessioni. Questo ritmo di ha nel romanzo psicologico.
Il ritmo narrativo serrato è più incalzante, più rapido e quindi presenta molte ellissi e sommari. Non importa quello che succede nell'arco della giornata quotidiana, ad esempio, ma l'azione. Questo accade nel romanzo d'avventura.
La narrazione si può svolgere in due tempi diversi: oggettivo e soggettivo.
Il tempo narrativo può essere oggettivo quando è possibile datarlo storicamente, di solito, come accade nel diario di Anna Frank, riporta una data ben precisa.
Mentre è soggettivo quando il testo non fa riferimento a nessuna data specifica del periodo del contesto, però contiene delle segnalazioni temporali dettagliate come "il giorno dopo..." o "passarono solo due minuti...".
Il sommario è la parte della narrazione in cui avvenimenti trascorsi in molto tempo, mesi o anni, vengono raccolti in una sorta di riassunto, e perciò scritte in poche righe, questo da al testo un ritmo più frenetico e ti da l'idea di come, avvolte, il tempo passi velocemente.
Inversamente, l'analisi è la parte in cui il narratore esamina i momenti, di breve durata, e impiega pagine o addirittura capitoli per descriverli; in quei momenti esprime i sentimenti dei personaggi nel corso di quel breve momento.
Si ricorre all'ellissi quando si vuole 'eclissare', perciò saltare una parte notevolmente importante della novella, che però non si ritiene di fondamentale importanza per comprendere il resto della storia. In questo caso, come nel sommario, il testo riceve una svolta e un'accelerazione temporale.
La pausa avviene quando nel testo inizia una sequenza riflessiva o descrittiva; il narratore sospende la narrazione per intraprenderne un'altra di tematica diversa, come una riflessione di un personaggio, o un ricordo del passato.
Questi elementi appena trattati definiscono il ritmo della storia.
Il ritmo narrativo lento si ha in una narrazione che presenta molte pause e analisi, quando nel testo sono comprese molte riflessioni. Questo ritmo di ha nel romanzo psicologico.
Il ritmo narrativo serrato è più incalzante, più rapido e quindi presenta molte ellissi e sommari. Non importa quello che succede nell'arco della giornata quotidiana, ad esempio, ma l'azione. Questo accade nel romanzo d'avventura.
L'azione del testo
Il testo narrativo è composto dall'azione: le vicende, in cui operano i personaggi, creano la possibilità che essi compiano un'azione. Perciò la fine dell'azione sarà anche la fine della narrazione.
L'azione è suddivisa in sequenze, che sono delle parti della novella di lunghezza varia.
Per essere sequenze, queste parti di discorso devono avere fondamentali informazioni per lo sviluppo della storia. Ci sono almeno quattro tipi di sequenze per riuscire a distinguerle:
Sequenza narrativa, descrittiva, riflessiva e dialogata.
La sequenza narrativa è quella in cui si narrano gli eventi che sono contenuti in essa;
La sequenza descrittiva è quella in cui il narratore descrive luoghi, personaggi, oggetti eccetera;
La sequenza riflessiva è quella in cui si esprimono i pensieri e le riflessioni dei personaggi o del narratore;
La sequenza, infine, dialogata è quella in cui sono i personaggi ad esprimersi, tramite il dialogo con discorso diretto.
Come si capisce quando inizia una nuova sequenza?
Inizia una nuova azione quando: cambia la tematica, entra o esce un personaggio importante per quella sequenza, espressioni temporali i quali indicano un salto [come "Il giorno dopo..."] e quando cambia la proprietà della sequenza.
Il testo narrativo è composto dall'azione: le vicende, in cui operano i personaggi, creano la possibilità che essi compiano un'azione. Perciò la fine dell'azione sarà anche la fine della narrazione.
L'azione è suddivisa in sequenze, che sono delle parti della novella di lunghezza varia.
Per essere sequenze, queste parti di discorso devono avere fondamentali informazioni per lo sviluppo della storia. Ci sono almeno quattro tipi di sequenze per riuscire a distinguerle:
Sequenza narrativa, descrittiva, riflessiva e dialogata.
La sequenza narrativa è quella in cui si narrano gli eventi che sono contenuti in essa;
La sequenza descrittiva è quella in cui il narratore descrive luoghi, personaggi, oggetti eccetera;
La sequenza riflessiva è quella in cui si esprimono i pensieri e le riflessioni dei personaggi o del narratore;
La sequenza, infine, dialogata è quella in cui sono i personaggi ad esprimersi, tramite il dialogo con discorso diretto.
Come si capisce quando inizia una nuova sequenza?
Inizia una nuova azione quando: cambia la tematica, entra o esce un personaggio importante per quella sequenza, espressioni temporali i quali indicano un salto [come "Il giorno dopo..."] e quando cambia la proprietà della sequenza.
mercoledì 3 aprile 2013
La narrazione.
Il narratore è colui che racconta, che da voce alla storia, è una figura che opera all'interno della novella, può esserlo sia come personaggio attivo nel testo sia come oratore della storia.
Mentre l'autore, inversamente dal narratore, è una persona, anche se scrive tutto, non partecipa direttamente alla storia.
Il narratore può essere di due tipi: interno o esterno, tutto dipende da come si vuole sviluppare il racconto.
Quello interno è un narratore che si presenta come un personaggio a tutti gli effetti, anche se può fare qualsiasi parte, non necessariamente il protagonista.
Invece, quello esterno si comporta come un testimone che riferisce i fatti accaduti.
Un narratore deve assumere almeno un punto di vista che ha sulla faccenda, ci sono casi in cui decide di prenderne in considerazione più di uno.
Così poi da essere in grado di esprimere giudizi sulla vicenda che vede dalla sua angolazione.
Le focalizzazioni possibili sono tre e sono:
1.Focalizzazione zero
Quando il narratore conosce tutto, è onnisciente, il presente, il passato ed il futuro di tutti i personaggi; conosce i sentimenti e i pensieri più intimi, che il personaggio non rivelerebbe a nessuno. Ha un proprio punto di vista, estraneo ai personaggi, e descrive luoghi e quest'ultimi mantenendolo.
2.Focalizzazione interna
Quando il narratore adotta la visuale si uno o più personaggi, e rivela solo quello che vede.
Si divide in: focalizzazione interna fissa, quando il punto di vista rimane fisso su un solo personaggio per tutta la storia; focalizzazione interna variabile, quando il punto di vista si sposta da un personaggio all'altro dipendentemente dalle situazioni in cui è ambientata la vicenda; focalizzazione interna multipla, quando sono presi in considerazione i punti di vista di molti personaggi e s'intrecciano tra loro, per raccontare con più occhi lo stesso accaduto.
Il narratore è colui che racconta, che da voce alla storia, è una figura che opera all'interno della novella, può esserlo sia come personaggio attivo nel testo sia come oratore della storia.
Mentre l'autore, inversamente dal narratore, è una persona, anche se scrive tutto, non partecipa direttamente alla storia.
Il narratore può essere di due tipi: interno o esterno, tutto dipende da come si vuole sviluppare il racconto.
Quello interno è un narratore che si presenta come un personaggio a tutti gli effetti, anche se può fare qualsiasi parte, non necessariamente il protagonista.
Invece, quello esterno si comporta come un testimone che riferisce i fatti accaduti.
Un narratore deve assumere almeno un punto di vista che ha sulla faccenda, ci sono casi in cui decide di prenderne in considerazione più di uno.
Così poi da essere in grado di esprimere giudizi sulla vicenda che vede dalla sua angolazione.
Le focalizzazioni possibili sono tre e sono:
1.Focalizzazione zero
Quando il narratore conosce tutto, è onnisciente, il presente, il passato ed il futuro di tutti i personaggi; conosce i sentimenti e i pensieri più intimi, che il personaggio non rivelerebbe a nessuno. Ha un proprio punto di vista, estraneo ai personaggi, e descrive luoghi e quest'ultimi mantenendolo.
2.Focalizzazione interna
Quando il narratore adotta la visuale si uno o più personaggi, e rivela solo quello che vede.
Si divide in: focalizzazione interna fissa, quando il punto di vista rimane fisso su un solo personaggio per tutta la storia; focalizzazione interna variabile, quando il punto di vista si sposta da un personaggio all'altro dipendentemente dalle situazioni in cui è ambientata la vicenda; focalizzazione interna multipla, quando sono presi in considerazione i punti di vista di molti personaggi e s'intrecciano tra loro, per raccontare con più occhi lo stesso accaduto.
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